

Anche chi fa ritrovare un bene culturale dal web va premiato
Sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia
Il premio previsto dal codice dei beni culturali per chi trova un oggetto di valore spetta anche a chi, pur non avendo un contatto fisico con il bene, ne permette il recupero grazie a una segnalazione nell'ambito dei canali digitali. A pronunciare la sentenza, destinata a fare giurisprudenza, è stato il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana, estensore il consigliere Sebastiano Di Betta e presidente Ermanno De Francisco. La decisione dei giudici apre nuove prospettive per la tutela del patrimonio culturale nell'epoca delle scoperte online, riconoscendo il valore del senso civico dei cittadini digitali. Il Cgars si è espresso in merito alla vicenda che ha coinvolto Giuseppe Rosario Biondi, ingegnere e presidente della sede di Enna dell'associazione SiciliAntica. Nel 2009 notò su eBay la vendita di una "lekanis centuripina", un vaso risalente al II secolo a.C., portato fuori dall'Italia illegalmente, segnalando il ritrovamento ai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Palermo, fornendo immagini e link dell'asta. Fu avviata una rogatoria internazionale che permise, nel 2012, il rientro della lekanis in Italia e la sua acquisizione al patrimonio del demanio culturale, con successiva assegnazione al museo archeologico regionale di Centuripe. Nel 2017, l'ingegnere richiese il premio di rinvenimento previsto dal codice dei beni culturali. La soprintendenza e l'assessorato ai Beni culturali della Regione siciliana negarono il premio, sostenendo la mancanza di un "rinvenimento materiale", la tardiva denuncia, oltre al fatto che il recupero fosse avvenuto fuori dal territorio nazionale.
I.Fuchs--BP